Non possiamo ignorare una delle piaghe più attuali del nostro
paese. Un fenomeno che, impoverendo tutti, crea concorrenza sleale e oltretutto
mina lo sviluppo dei paesi del terzo mondo, Africa in particolare. Il nostro
paese sta avendo un'emorragia all'apparenza inarrestabile di posti di lavoro e
a pagarne il conto sono in primis i giovani, con una disoccupazione - giovanile
- superiore al 53%.
Con questa situazione troviamo gente, in parlamento così
come nella vita comune, favorevole a una vera e propria invasione mascherata da
migrazione naturale. Dico invasione perché centinaia di sbarchi clandestini
ogni giorno, illegali ma allo stesso tempo tollerati, non può essere altro che
un'invasione voluta anche evidentemente della classe politica al potere.
Da
questo fenomeno di immigrazione (clandestina e non) di massa, a perderci sono i
nostri giovani in cerca di lavoro ma anche, paradossalmente, gli stessi
migranti in cerca di un futuro migliore (che non troveranno perché non c'è) nel
nostro paese, che, se lavorano vengono sfruttati quasi come schiavi. Tutto
questo contribuisce a creare una concorrenza sleale a danni di cittadini che,
giustamente, lavorando chiedono in cambio una vita dignitosa e una paga adeguata.
Sfatiamo le due più ridicole giustificazioni usate da chi è favorevole
all'immigrazione. Innanzitutto, non ci sono, come dicono loro,
"lavori che gli italiani non vogliono più fare", bensì paghe che
giustamente non possono accettare. Un italiano non accetterebbe - e ci
mancherebbe altro - di lavorare duramente per ricevere paghe misere e
oltretutto senza diritti, facendo la felicità di quello che sembra più uno
schiavista che un datore di lavoro.
Un'altra usata è che "anche gli
italiani sono stati migranti", ma a differenza dei migranti di oggi, gli
italiani ed europei migravano, a testa bassa, se il paese di destinazione lo
richiedeva. Lo stesso governo americano nel secolo scorso era a favore
dell'immigrazione, ma strettamente controllata ed accettava quasi solo migranti
europei (razzismo o buon senso?). Per giunta quei migranti non venivano
ospitati e mantenuti dallo stato come quelli di "mare nostrum", più
lorum che nostrum. Potrei andare avanti ancora ma mi fermo qui perché smentire
queste due, che sono le più usate, è sufficiente. Parliamo ora delle
conseguenze di questa sempre più evidente diversità culturale e razziale che
l'immigrazione volutamente incontrollata sta creando. La diversità razziale,
come possiamo vedere dalla storia, è sempre stata la scintilla della maggior
parte dei conflitti. Pensiamo alla Jugoslavia, in cui la diversità, seppur tra
popoli simili, scatenò una guerra decennale.
Pensiamo al Sudafrica - la
"nazione arcobaleno" - in cui ogni etnia vuole vivere coi propri
simili in determinate aree geografiche. Pensiamo alla "culla della
democrazia" (per modo di dire), gli Stati Uniti, in cui in molte metropoli
soffrono dei conflitti tra gangs, sempre su base razziale (bianchi, neri,
latinos). Nessuno ha mai desiderato la società multietnica (ad eccezione di chi
non la vive e ce la vuole imporre), perché l'uomo per sua natura, in quanto
animale, desidera vivere coi propri simili, e ha il diritto di farlo. La sola
cosa capace di tenere unita una società multiconfessionale (non dico neppure
multietnica) è, come abbiamo potuto vedere da alcuni casi mediorientali come la Siria degli Assad o l'Iraq
di Saddam, la figura di un capo carismatico capace di unire la nazione, ma noi
al momento ne siamo sprovvisti. Ci si potrebbe anche dilungare parlando della
sovrappopolazione di questo paese che di tutto ha bisogno meno che di altri
immigrati, per giunta di una cultura così diversa e incompatibile con la
nostra, europea.
Noi pensiamo che ogni paese e
ogni continente abbia la propria cultura, la
propria religione e la propria storia socio-economica. Come in
Europa dopo l'editto di Costantino la religione che si affermò fu il
cristianesimo; anche negli altri paesi troviamo religioni differenti. Così,ad
esempio, nei paesi arabi troviamo l' islam. Partendo da questo
principio pensiamo che un rimescolamento delle popolazioni mondiali possa
comportare un pericolo per il benessere e il diffondersi delle religioni. Così
ci troviamo ad ospitare in Italia gente delle più disparate religioni che alla
prima occasione si arruolano nella propria Jihad, esprimendo il loro
unico desiderio- così come appurato poco tempo fa dal caso del soldato
Foley- di uccidere e sottomettere le popolazioni occidentali.
Per questi
motivi ci opponiamo vivamente all'immigrazione selvaggia e ai conseguenti
effetti collaterali,che fanno solo piacere ai bigotti e ai borghesi che controllano la società da alti palazzi governativi. Per dare prova che non solo noi la pensiamo cosi postiamo una vecchia intervista al campione di pugilato Cassius Marcellus Clay (ricordiamo che dopo essersi convertito all'islam cambiò nome in Muhammad Ali) in cui egli stesso prova contrarietà nello mischiare tra loro i popoli e razze.