lunedì

In data 6 settembre una delegazione di Extrema Ratio Mantova ha presenziato alla conferenza promossa e organizzata dall'associazione Lealtà-Azione di Milano. La conferenza, che aveva come soggetto il romanzo storico, vedeva illustri membri della realtà intelletuale non conforme come il saggista Gabriele Adinolfi e Cesare Ferri, quest'ultimo tristemente famoso per le calugnanti accuse di partecipazione alla strage di piazza ella Loggia. Durante la conferenza, i due autori hanno raccontato attraverso le proprie esperienze personali i propri romanzi dando un tangibile esempio di come una fede come la nostra, se sentita propria, può superare le vicissitudini e le ingiuste accuse di uno stato timorato e maligno.
Ecco alcune immagini della conferenza:

Perchè dobbiamo opporci all'immigrazione di massa?

Non possiamo ignorare una delle piaghe più attuali del nostro paese. Un fenomeno che, impoverendo tutti, crea concorrenza sleale e oltretutto mina lo sviluppo dei paesi del terzo mondo, Africa in particolare. Il nostro paese sta avendo un'emorragia all'apparenza inarrestabile di posti di lavoro e a pagarne il conto sono in primis i giovani, con una disoccupazione - giovanile - superiore al 53%. 
Con questa situazione troviamo gente, in parlamento così come nella vita comune, favorevole a una vera e propria invasione mascherata da migrazione naturale. Dico invasione perché centinaia di sbarchi clandestini ogni giorno, illegali ma allo stesso tempo tollerati, non può essere altro che un'invasione voluta anche evidentemente della classe politica al potere. 
Da questo fenomeno di immigrazione (clandestina e non) di massa, a perderci sono i nostri giovani in cerca di lavoro ma anche, paradossalmente, gli stessi migranti in cerca di un futuro migliore (che non troveranno perché non c'è) nel nostro paese, che, se lavorano vengono sfruttati quasi come schiavi. Tutto questo contribuisce a creare una concorrenza sleale a danni di cittadini che, giustamente, lavorando chiedono in cambio una vita dignitosa e una paga adeguata. Sfatiamo le due più ridicole giustificazioni usate da chi è favorevole all'immigrazione.   Innanzitutto, non ci sono, come dicono loro, "lavori che gli italiani non vogliono più fare", bensì paghe che giustamente non possono accettare. Un italiano non accetterebbe - e ci mancherebbe altro - di lavorare duramente per ricevere paghe misere e oltretutto senza diritti, facendo la felicità di quello che sembra più uno schiavista che un datore di lavoro.   
Un'altra usata è che "anche gli italiani sono stati migranti", ma a differenza dei migranti di oggi, gli italiani ed europei migravano, a testa bassa, se il paese di destinazione lo richiedeva. Lo stesso governo americano nel secolo scorso era a favore dell'immigrazione, ma strettamente controllata ed accettava quasi solo migranti europei (razzismo o buon senso?). Per giunta quei migranti non venivano ospitati e mantenuti dallo stato come quelli di "mare nostrum", più lorum che nostrum.   Potrei andare avanti ancora ma mi fermo qui perché smentire queste due, che sono le più usate, è sufficiente. Parliamo ora delle conseguenze di questa sempre più evidente diversità culturale e razziale che l'immigrazione volutamente incontrollata sta creando. La diversità razziale, come possiamo vedere dalla storia, è sempre stata la scintilla della maggior parte dei conflitti. Pensiamo alla Jugoslavia, in cui la diversità, seppur tra popoli simili, scatenò una guerra decennale. 
Pensiamo al Sudafrica - la "nazione arcobaleno" - in cui ogni etnia vuole vivere coi propri simili in determinate aree geografiche. Pensiamo alla "culla della democrazia" (per modo di dire), gli Stati Uniti, in cui in molte metropoli soffrono dei conflitti tra gangs, sempre su base razziale (bianchi, neri, latinos). Nessuno ha mai desiderato la società multietnica (ad eccezione di chi non la vive e ce la vuole imporre), perché l'uomo per sua natura, in quanto animale, desidera vivere coi propri simili, e ha il diritto di farlo. La sola cosa capace di tenere unita una società multiconfessionale (non dico neppure multietnica) è, come abbiamo potuto vedere da alcuni casi mediorientali come la Siria degli Assad o l'Iraq di Saddam, la figura di un capo carismatico capace di unire la nazione, ma noi al momento ne siamo sprovvisti. Ci si potrebbe anche dilungare parlando della sovrappopolazione di questo paese che di tutto ha bisogno meno che di altri immigrati, per giunta di una cultura così diversa e incompatibile con la nostra, europea.

Noi pensiamo che ogni paese e ogni continente  abbia la propria cultura, la propria religione e la propria storia socio-economica. Come in Europa dopo l'editto di Costantino la religione che si affermò fu il cristianesimo; anche negli altri paesi troviamo religioni differenti. Così,ad esempio, nei paesi arabi troviamo l' islam. Partendo da questo principio pensiamo che un rimescolamento delle popolazioni mondiali possa comportare un pericolo per il benessere e il diffondersi delle religioni. Così ci troviamo ad ospitare in Italia gente delle più disparate religioni che alla prima occasione si arruolano nella propria Jihad, esprimendo il loro unico desiderio- così come appurato poco tempo fa dal caso del soldato Foley- di uccidere e sottomettere le popolazioni occidentali.
Per questi motivi ci opponiamo vivamente all'immigrazione selvaggia e ai conseguenti effetti collaterali,che fanno  solo piacere ai bigotti e ai borghesi che controllano la società da alti palazzi governativi. Per dare prova che non solo noi la pensiamo cosi postiamo una vecchia intervista al campione di pugilato Cassius Marcellus Clay (ricordiamo che dopo essersi convertito all'islam cambiò nome in Muhammad Ali) in cui egli stesso prova contrarietà nello mischiare tra loro i popoli e razze.